Quando una futura mamma entra nell’undicesima settimana di gestazione, sta per concludere il suo primo trimestre, quello della gioia e della scoperta della gravidanza, ma anche dei fastidi più classici, come nausea, capogiri, vomito e stanchezza eccessiva, diminuendo il rischio di aborto spontaneo, ed aumentando, per contro, la necessità quotidiana di una media di 300 kcalorie, per sé e per il piccolo.
Cosa cambia nella mamma?
Grazie ad una produzione ridotta dell’ormone Beta HCG, gli antipatici disturbi tendono ad affievolirsi: migliorando lo stato di benessere, anche dal punto di vista psicologico il giovamento è evidente, con un rilassamento generale e una condizione di migliore predisposizione ad una gravidanza più tranquilla.
L’appetito comincia a farsi sentire in maniera anche incontrollata, ed è tradizione pensare di dover “mangiare per due” e giustificare il cedere ad ogni tentazione. In realtà, l’ideale è consumare alimenti sostanziosi ma leggeri, con pochi zuccheri e grassi, e facilmente digeribili. “Poco, bene e spesso” può essere uno slogan da adottare da ora a tutti i restanti mesi, per non correre il rischio d’ingrassare più di 12/13 kg in totale.
Ma la pancetta aumenta soprattutto perché l’utero è cresciuto, arrivando ad avere le dimensioni di una grossa arancia, e coprendo l’intero bacino. Sul seno diventano sempre più evidenti le areole dei capezzoli, che si scuriscono e, a volte, possono registrare la comparsa di piccole protuberanze. Per effetto della produzione di ormoni, anche capelli e unghie crescono più velocemente, e il volume del sangue aumenta, causando anche una (temporanea) fragilità e trasparenza della pelle.
Sempre per il sovraccarico di ormoni, può essere che inizi un periodo di insonnia, ed anche una frequente necessità di urinare, da tenere comunque sotto controllo, come l’aumento della pressione sanguigna.
Come cresce il bimbo?
Cominciamo ad avvertire quella che forse può essere l’emozione più grande: i primissimi movimenti del feto, forse più vicino al guizzo di un pesciolino nell’acqua, anche se, talvolta, gli evidenti “spostamenti” potrebbero solo essere riconducibili all’intestino, alla pancia gonfia o alla formazione di gas nel ventre. Ma tant’è, siamo solo all’inizio…
Dal punto di vista fisico, il piccolo, che a questa settimana pesa circa 6/7 grammi ed è lungo 4 cm, inizia la formazione della colonna vertebrale e delle ossa. Il corpicino si ricopre di lanugine, una sottile peluria che sparirà nel giro di pochi giorni dalla nascita.
La testa appare sproporzionata al resto del corpo, molto più grande e anche lo sviluppo del cervello è avviato. A partire da questo periodo il feto raddoppierà la sua lunghezza, con una rapida successione di crescita.
La pelle ha le caratteristiche di quella della sua futura mamma, trasparente e sottile, e anche le sue unghie si stanno formando, così come tutti gli organi interni, che stanno già lavorando, ciascuno per la propria funzione. L’iride e i bulbi oculari si stanno sviluppando, identificando il colore degli occhi, protetti dalle palpebre, quasi del tutto complete.
Esami e visite da fare
Se ancora non è stata eseguita, questo è il momento dell’ecografia, per verificare se le dimensioni del feto siano corrette, ma anche per controllarne il battito e, perché no, sapere se dobbiamo preparare una o più culle… Esame classico, di routine, che tutte le future mamme devono fare necessariamente, mentre altri screening prenatali, non sempre prescritti, possono rilevare eventuali anomalie in caso di particolari rischi per motivi vari (ereditarietà, irregolarità cromosomiche, età avanzata, particolari patologie, infezioni da rosolia e/o toxoplasmosi, ecc).
Tra questi, il più comune è la translucenza nucale, ai fini di verificare, su calcoli di probabilità e in base allo spessore della testa del feto, la sindrome di Down e la Trisomia 18. In caso di risultato positivo, il medico prescriverà anche il passaggio successivo, l’amniocentesi o la villocentesi, esami sicuramente più invasivi e quindi indicati solo in presenza di reali necessità di indagini approfondite.
Questi test sono tutti prenotabili tramite il Servizio Sanitario Nazionale: in alternativa, o per particolari urgenze, si segnala (da valutare sempre con il proprio ginecologo) un esame a pagamento, chiamato Aurora: un prelievo di sangue, che fornisce, come la translucenza nucale, un calcolo delle probabilità delle principali trisomie nel feto. Anche in questo caso, se positivo, il risultato va confermato dall’amniocentesi.
Dolori al basso ventre
Pur spaventando sempre parecchio, intorno all’undicesima settimana i dolori al basso ventre sono un disagio che iniziano in maniera abbastanza diffusa, proseguendo poi nei mesi successivi, ma che rientra comunque nella norma, chiaramente se l’intensità non è particolarmente forte e insopportabile, nel qual caso sarebbe necessario, come sempre, riferirlo al medico.
Il dolore può essere dovuto a varie cause riconducibili ai cambiamenti che sta subendo il corpo della futura mamma: come sappiamo, l’utero si ingrandisce parecchio, e tutti gli organi devono trovare una nuova “sistemazione”, con conseguente stiramento dei muscoli, adeguandosi alle mutazioni continue. Spesso più che un “dolore” possiamo parlare di gonfiore nel basso ventre, fastidioso ma fisiologico. Per alleviarlo, possono essere utili leggeri massaggi circolari sulla pancia, ed anche l’uso di cuscini o copertine riscaldati, per ridurre la contrazione.
Rischi per la gravidanza
Abbiamo già detto che i rischi di un aborto spontaneo, intorno a questa settimana, si sono generalmente esauriti e, dunque, c’è maggiore sicurezza in tal senso. Pur tuttavia, esistono sintomi da non sottovalutare, come in caso di presenza di intensi crampi addominali con un sanguinamento, il cui rischio potrebbe essere una gravidanza ectopica (extrauterina).
Anche disturbi come vomito o diarrea continui, che possono portare ad una forte disidratazione, potrebbero far perdere peso al feto e rallentarne lo sviluppo. Al fine di evitare contaminazioni batteriche, poi, la futura mamma non deve consumare carne, uova e pesce crudi, ed è sua cura lavare accuratamente frutta e verdura, anche se biologica, poiché la gravidanza aumenta il rischio di intossicazioni alimentari.
I compiti del papà
Come per i mesi precedenti, e ovviamente in un crescendo di emozioni, il futuro papà è coinvolto anche al termine di questo primo trimestre, condividendo ansie, paure ma certamente più gioie e speranze per il prossimo nascituro, con una gran voglia di sapere, oltre al fatto che tutto proceda bene, anche se “l’erede” sarà maschio o femmina!
In questo periodo, alcune coppie si chiedono se sia bene o no avere rapporti sessuali, per una naturale paura che la gestazione possa essere messa a rischio: è utile sapere che, salvo diverso parere del medico, non è affatto sconsigliato, pur se il desiderio può subire momenti altalenanti da parte della donna.
Il suo compagno dovrà essere tanto sensibile da comprenderne i cambiamenti d’umore e assecondarli, parlandone insieme ed esprimendo le proprie emozioni riguardo ciò che succede, facendo sempre sentire la sua presenza affettuosa e coinvolta.