Fare castelli in aria. Fare castelli di carte. Due modi di dire probabilmente accomunati dalla dimensione del sogno di qualcosa di poco reale. Il primo suggerisce l’atto di fantasticare. Il secondo quello di costruire un progetto molto fragile.
Un atto coraggioso quello di sognare. Ci vede supine ad immaginare noi stesse saltare e ridere in un campo fiorito; indossare l’abito da sposa; realizzare il sogno di una vita; essere delle eroine votate all’abbattimento dei mali della società.
Ed ancora coraggio da spendere in un progetto tutt’altro che condiviso, forse fragile ma così frutto della nostra ardita mente da essere emozionante e carico della più profonda energia.
Modi di dire e sogni. Con i castelli come figure emblematiche. Luoghi delle fiabe, principi e principesse, Raperonzolo, prigioniera della torre più alta del Castello, e la sua chilometrica treccia color oro calata dalla torre perchè il prode cavaliere potesse raggiungerla e salvarla.
Castelli che suggeriscono esatte immagini quali il ballo e le feste di gran classe; gli uomini impettiti e le donne ben vestite, nei loro abiti gonfi; casati dall’alto titolo nobiliare; mura fortificate contro l’assalto di ribelli e popoli nemici; prodezze e combattimenti; un ponte levatoio; le carrozze con i cavalli; le stanze sfarzose.
Un fascino, un intrico di storie tra quelle mura, porte chiuse e misteriose, cunicoli sotterranei, segrete, fantasmi, lampadari grandi e di cristallo, tappezzerie di prestigiosa qualità, ritratti di un’intera generazione commissionati ai migliori artisti, medaglie, manoscritti, biblioteche, cultura…
Un vero mondo in un solo castello, così impregnato di antico e nell’odore e nella struttura. Luoghi che per il loro fascino ben si prestano ad un percorso guidato, ad una scoperta, ad un week-end per castelli, durante il quale potremmo vedere da vicino, immaginare, standoci, chi abbia messo piede nelle sale dai grandi arazzi sovrastate da imponenti lampadari di cristallo.