Tra i tantissimi lavori che ci si trova a fare, per motivi economici, ha registrato un grandissimo boom il lavoro dei pornoattori. Giovani donne o ragazzi poco più che ventenni, si dedicano alla carriera del cinema a luci rosse per trovare un modo “sicuro” di guadagnare dei soldi. Certamente non tutte le pornostar e i pornoattori decidono di intraprendere questa carriera per soldi ma è anche vero che parecchi non disdegnano questa possibilità. Spesso designata come la carriera del successo, quella dei pornoattori è una realtà più difficile di quanto si possa immaginare, sempre a contatto con professionisti del settore ma anche con persone senza scrupoli.
Lontani dal giudicare se sia giusto o sbagliato aprire le porte al cinema a luci rosse a questi giovani ragazzi, è necessario capire come contrastare la tendenza ad offrire “promesse di gloria” a tutti questi aspiranti attori che ricercando la fama e la popolarità in un settore che, come tutti gli altri in Italia, non è risparmiato dalla crisi. La vicenda dell’avvenente Sara Tommasi, soubrette italiana che ha dichiarato di essere stata drogata per girare un film hard, lascia anche seri dubbi su come si possa arrivare a gestire determinate situazioni. Un ragazzo o una ragazza che, come riportano le interviste alla Tommasi, viene soggiogato al volere degli agenti, fino al punto da girare un filmato porno, deve essere tutelato dalla società e, ancor prima, dalla famiglia.
Sono gli adulti, tra cui in particolar modo i genitori, a dover indirizzare i ragazzi verso le prospettive più rosee per loro, senza dare l’opportunità di commettere errori capaci anche di rovinare la vita. La carriera nel porno, come tante altre professioni, richiede passione, entusiasmo e professionalità e, come dicono le pornostar più affermate, non ci si può improvvisare “attori per un giorno”.
La crisi in Italia non accenna a finire ma bisogna tutelare se stessi e le persone care dai tanti pericoli che sono dietro l’angolo come l’inizio di una professione non solo non gradita ma anche abbastanza scomoda da gestire. Il lavoro e i soldi fanno la felicità, ma c’è sempre un punto in cui bisogna fermarsi a riflettere sul tipo di felicità che stiamo cercando.