Naturalmente si tratta di una moda, che, però, invece di scemare si afferma sempre più, i motivi che spingono un adolescente a farsi tatuare possono essere di varia natura.
Magari di emulazione nei confronti di un fratello maggiore, o del papà che ne ha uno o più, forse nella sua comitiva hanno pensato di farlo tutti insieme oppure vogliono farlo insieme alla fidanzatina/o.
Queste le tesi più semplici, a volte invece, dietro il desiderio di imprimere sulla pelle un simbolo indelebile c’è un risvolto psicologico.
I giovani sono insicuri, fragili e tendono a nascondere le loro debolezze dietro atteggiamenti artefatti e inusuali per loro, a maggior ragione, in questi casi è perfettamente inutile negare categoricamente il permesso, perché otterreste l’effetto contrario, farli incaponire ancor di più rendendoli rabbiosi.
Se con il colloquio e un confronto diretto e pacato non ottenete risultati, non vi resta che giocare d’astuzia.
Piuttosto che lasciare che si facciano tatuare chissà quale mostruosità, mostrate interesse e cercate di intervenire, almeno, nella scelta del simbolo, giusto per limitare i danni.
Proponete anche di cercare insieme un bravo tatuatore ed eventualmente di accompagnarli.
Raggiunto questo accordo, passate al vaglio i simboli più in voga e il loro significato.
Di seguito ne troverete alcuni:
L’ancora, è il simbolo della speranza per il futuro, inoltre in epoca passata agli albori del cristianesimo, era vista come la figura della coppia e della procreazione.
Il cane: da sempre compagno inseparabile dell’uomo è la fedeltà assoluta, chi da senza pretendere nulla ma accetta qualsiasi cosa riceve.
Il corvo: esprime oscurità, ombre e segreti, mentre per i popoli orientali esso è l’amore della famiglia, per il cristianesimo rappresentava il potere della chiaroveggenza. In più a esso è legato il potere di cambiare forma in altri animali e perfino di assumere sembianze umane. Un simbolo complesso che merita riflessione se richiesto da un adolescente.
Il cuore: forse è quello più utilizzato sia da giovani sia da adulti, il simbolo per eccellenza dell’amore, esplicato in tutte le sue forme, può essere diretto a una persona, a un animale, a un’ideologia, a dei personaggi famosi, insomma, a chiunque occupi un posto nella mente e negli affetti di chi lo porta.
La farfalla: essa simboleggia diverse cose, a secondo della nazione, per i Tedeschi è il simbolo della nascita, per il popolo Maya erano le anime dei morti, per noi Italiani la farfalla rappresenta gioia, leggerezza e leggiadria, molto usata dalle ragazzine.
La fata: esprime desideri inconsci, voglia di evadere e propensione per le cose ignote in cui si crede, ma delle quali non si hanno prove fisiche. Indica un animo sensibile e dolce, se si trova disegnato su una donna, mentre l’uomo che sceglie la fata, solitamente la idealizza come figura di donna perfetta ma inesistente ed è alla ricerca di questa figura che completi la sua vita.
Questi sono alcuni esempi, citarli tutti è impossibile, ma, una breve ricerca in rete vi fornirà tutte le informazioni che vi servono.
Occupiamoci adesso della tecnica utilizzata per decorare la pelle.
Sappiamo che è indelebile e ciò è dovuto al fatto che l’inchiostro penetra nella parte sottocutanea chiamata derma, qui, si deposita e resta per sempre inalterato.
La “tattoo machine” è uno strumento di alta precisione, composta da pochi pezzi essenziali ma indispensabili: assomiglia vagamente ad una pistola molto stilizzata, comprende un ago sterilizzato; un motore piccolissimo elettrico, una serie di tubicini per il colore e un pedale attraverso il quale il tatuatore controlla la velocità dell’ago.
I metodi principali per eseguire un tattoo sono 4, tutti dolorosi ma con gradi d’intensità diversa, molto dipende dalla soglia del dolore del soggetto che vuole farsi tatuare.
La tecnologia Americana, utilizza una pistola che pur usando gli aghi non da molto dolore, più che altro crea una sensazione di estremo fastidio sopportabile, è il metodo maggiormente utilizzato.
La tecnologia Thailandese, invece, usa un antico strumento, costituito da un cilindro di ottone che ha a un’estremità l’ago, il disegno è eseguito lentamente secondo l’antica pratica buddista ed è piuttosto doloroso, a suo favore si può dire che il disegno risulta perfetto e senza sbavature.
La tecnologia Giapponese, utilizza marchingegni strani per noi occidentali, infatti, è previsto l’utilizzo di bastoncini di bamboo con l’ago in cima, un pennello bagnato nel colore attraverso il quale prima passa l’ago che poi s’infila obliquamente nella pelle, il tatuatore utilizza entrambe le mani, una per tirare la pelle, l’altra per il pennello e lo strumento, anche questa pratica è molto diffusa seppur dolorosa.
La tecnologia Samoana, in Italia è vietata ufficialmente, perché molto dolorosa (pare che abusivamente, però, qualcuno la pratichi) sono utilizzati dei pettini imbevuti di colore e poi fatti penetrare per percussione. Una pratica veramente barbara e che richiede l’ausilio di più persone, sia per la lavorazione vera e propria, sia per tenere tesa la pelle, e, ferma la persona che subisce “l’intervento”
Al termine del trattamento, l’operatore coprirà l’opera d’arte con una pellicola trasparente protettiva e prescriverà l’uso di una pomata disinfettante da applicare più volte il giorno tenendo sempre la zona coperta con la pellicola, solo dopo 2/3 giorni si potrà rimuovere la protezione, sarà, comunque necessario continuare con l’applicazione del disinfettante.
E’ opportuno poi, far respirare la pelle, evitando fibre sintetiche e abiti stretti fino alla completa stabilizzazione della stessa.
Niente mare, sabbia, piscine e luoghi ad alta contaminazione batterica etc, almeno per la prima settimana, se dovesse comparire il minimo segno di arrossamento e gonfiore, rivolgetevi subito a una struttura pubblica, sicuramente c’è un’infezione in atto che va tempestivamente bloccata.
Questa è la prassi standard per ottenere un buon tatuaggio. I costi sono molto variabili, dipendono dall’estensione del disegno, da quanto è complicato e dai prezzi applicati dall’operatore, in linea generale si parte da 50 euro in su.
Una volta ottenuto il risultato voluto, lasciate che i vostri figli si godano il loro tatuaggio, ma, fategli presente che se mai si dovessero stancare e volessero eliminarlo, ciò è possibile solo con un intervento di chirurgia plastica.
Cercate, se possibile di far presente che, maturando, la pelle tende a rilasciarsi, perde elasticità e tono, quindi, è opportuno considerare bene l’area dove eseguire il disegno. Lo stesso discorso vale per il simbolo, alcuni di essi a una certa età diventano veramente ridicoli, pertanto anche quest’aspetto merita profonda riflessione.
Comunque di là da tutto, che si ammetta o no, farsi un tatuaggio è sempre segno di un disagio interiore, è un richiamo, una richiesta, di aiuto, d’attenzione, o, semplicemente il desiderio di apparire e distinguersi.
Vi consiglio di procurarvi qualche libro da consultare prima di procedere e farvi una panoramica completa sull’argomento: Manuale di tatuaggio e piercing, Il tatuaggio giapponese, Tribal Tattoo
Inoltre mi permetto di fornirvi il link disegno di legge che riguarda la pratica del tatuaggio.
http://www.tatuatori.it/direttive_reg/atto_senato_308.pdf