Ebbene sì, non sono quella che si definisce una persona precisa, ma al parto mi sono preparata proprio bene: corso preparto, lettura di montagne di libri, riviste, post su blog e portali vari. Sono pronta!
Ovviamente quando arriva il grande momento? Sono sola in casa e nonostante le raccomandazioni di mia madre e di mio marito, sto pulendo di fino, anche se con questa pancia i miei movimenti sono rallentati. All’improvviso una fitta, come se mi scappasse da andare in bagno. Mi fermo un attimo: passa. Falso allarme. Riprendo il lavoro. Un’altra. Mi rifermo, ripassa, riprendo e così per 2, 3, 4, 5 volte. Alla sesta mi attacco al telefono. Mio marito non è raggiungibile. E adesso? Mi rifiuto di chiamare mia madre, che tra l’altro non guida neanche, ma mi sommergerebbe di raccomandazioni e teloavevodettodinonrestaresolaincasa. Riprovo con mio marito. Squilla. “Vieni subito le doglie” urlo, “Sei sicura?” risponde mio marito che è un flemmatico e non si smuove neanche davanti al primo figlio e ad una moglie isterica “Corri” gli dico, mentre sento i dolori farsi più vicini “Il primo parto non è mai veloce, stai tranquilla” mi dice lui ricordando quello che ci hanno detto al corso “Stai tranquilla, mezz’ora e sono a casa” Ma perché l’ho portato con me al corso? “Muoviti, corri!” gli dico e chiudo il telefono. Mi vesto in fretta, pancia permettendo, e comincio a girare per la casa in preda al panico. Seduta sto scomoda, mi alzo e mi stanco. Intanto il dolore è diventata una fitta continua. Aiuto! Non ricordo più niente. Dovrei respirare, camminare, correre o stendermi sul letto? Non so che fare. Devo uscire di qua. Esco di casa e mi tiro la porta. Giù al portone scruto l’orizzonte, conto le macchine scure che passano per ingannare l’attesa quando ecco finalmente quella di mio marito! Salgo in macchina e gli dico “Ospedale” la mia voce ormai è un rantolo. Arriviamo al pronto soccorso mi visitano e mi spediscono in sala parto. “Le porti la camicia da notte” dice l’infermiera a mio marito. Oddio la valigia! E’ rimasta a casa. E le chiavi sono nella serratura dietro la porta!
Morale: mia madre me ne porta una delle sue, di un terribile beige vecchiarella in sovrappeso, e davanti alla porta della sala parto non può proprio risparmiarsi un “Sei sempre la solita! Te lo avevo detto: tieni la valigia sempre a portata di mano!” Un incoraggiante sostegno prima della grande prova!