1) Valutare l’esperienza che la biobanca ha alle spalle, considerando il numero di campioni conservati e di trapianti effettuati. Quest’ultima stima, in particolare, è fondamentale perché solo i campioni conservati in modo corretto sono accettati dagli istituti di cura per operazioni di trapianto.
2) Esaminare le certificazioni di idoneità ottenute dalla banca. In tale campo, la migliore è sicuramente la GMP (Good Manufacturing Practice), certificazione di valore internazionale che impone alla banca stringenti procedure operative, sinonimo di alta qualità.
3) Analizzare la competenza del Comitato Scientifico della biobanca, valutando la quantità ma soprattutto la qualità delle pubblicazioni scientifiche dei membri che lo compongono.
4) Verificare che il contratto che la banca stipula faccia riferimento agli istituti giuridici italiani, in modo tale da soddisfare sia il nostro sistema fiscale che le normative di riferimento europee. Assicurarsi, inoltre, che il contratto offra ai genitori la possibilità di esercitare il diritto di recesso e che garantisca la conservazione dei campioni in ogni evenienza, anche nel caso limite di fallimento della banca. In Italia, al momento, solo Sorgente offre questo tipo di copertura assicurativa, garantendo la conservazione del cordone per 50 anni.
5) Valutare, infine, gli altri servizi offerti dalla banca, come, per esempio, la copertura continua 24h/24 tutti i giorni dell’anno o l’assistenza a domicilio per qualsiasi problema inerente alle pratiche burocratiche.
Voci importanti che rendono una banca sicura e affidabile, pronta ad accompagnare, passo dopo passo, i futuri genitori in un percorso così delicato e importante.
Per ulteriori approfondimenti: www.sorgente.com