In questa 23esima settimana, la gestante si trova ancora nel secondo trimestre, il sesto mese del suo dolce percorso di gravidanza. Potrebbero anche presentarsi, con una certa frequenza, delle contrazioni “preparatorie”, di cui non bisogna spaventarsi ma, anzi, imparare a conviverci. In fondo, non manca poi molto a quelle “vere”…
Cosa cambia nella mamma?
Peso e pancione, che vanno ovviamente di pari passo, aumentano vistosamente, tanto che l’incremento di peso ponderale dall’inizio della gravidanza è ormai intorno ai 7/8 kg. Anche per via di questo ingrossamento, e conseguente affaticamento, pur se giustificato dalla circostanza, la futura mamma potrebbe avere difficoltà nel dormire, considerando inoltre che i cambiamenti ormonali, e un po’ di ansia e preoccupazione, completano l’opera. Meglio, quindi, per esempio, limitare il consumo di caffè, specie la sera, e alimentarsi in maniera il più possibile leggera, sana e naturale.
Naturalmente, nel momento in cui l’insonnia dovesse diventare un vero problema, bisognerebbe comunque ricorrere a dei consigli medici, al fine di individuare la giusta soluzione, magari con un prodotto specifico, per riuscire a riposare e, soprattutto, a rilassarsi. Peraltro, a volte, può capitare che il bisogno di urinare spesso, specie in queste settimane, causi ulteriori motivi di risveglio: in questo caso si consiglia di non bere prima di andare a dormire, cercando di fare maggiormente scorta di liquidi soprattutto al mattino.
Potrebbero anche verificarsi disturbi quali battito accelerato, febbriciattola frequente, specie la sera, e fiato corto: tutti, o quasi (in caso di fastidi troppo frequenti e sostenuti, sarà sempre il medico a quantificarne il giusto rimedio), dovuti alla tiroide. Infatti, durante i nove mesi, e soprattutto fra il sesto e l’inizio del settimo, questa ghiandola, accogliendo e sostenendo la nuova vita, aumenta la produzione dei suoi ormoni, tale da causare un innalzamento della frequenza cardiaca e anche della temperatura corporea. In questa 23° settimana di gestazione, inoltre, come dicevamo, potrebbero ripetersi piccoli spasmi della muscolatura uterina, definite a livello ginecologico “contrazioni di Braxton Hicks”. Diversamente da quelle che saranno presenti durante il travaglio, si tratta di contrazioni di intensità variabile e irregolare, non particolarmente dolorose, pur se sempre allarmanti per la donna, e di regola della durata di pochi minuti.
Come cresce il bambino?
Il feto richiede sempre più ossigeno, è completamente formato e, in queste settimane, arriva a raddoppiare il suo peso: siamo ormai intorno ai 430 gr, per una lunghezza indicativa di 27 cm. Anche in questa 23esima settimana, il piccolo dorme moltissimo e, ovviamente, lo spazio per muoversi si riduce sempre di più. Ciò nonostante, quando è sveglio, la sua attività motoria è molto attiva, tanto che possiamo stimare dai 20 ai 60 movimenti ogni mezz’ora, intensi e molto percepibili, che rassicurano la futura mamma la quale, in questo modo, assume la certezza della vitalità del suo bambino.
Da questa settimana, poi, anche le gemme dentali cominciano a formarsi, oltre alla sua struttura celebrale, all’interno della quale vengono prodotte, ogni minuto, ben 250.000 divisioni di cellule nervose. Le palpebre si aprono e chiudono, e si succhia continuamente il pollice, azione che, come sappiamo, continuerà anche dopo la nascita in maniera frequente. La sua pelle, rugosa e grinzosa come quella di un simpatico vecchietto, è completamente ricoperta da una sottile lanugine e da una sostanza chiamata “vernice caseosa”, che ha il preciso dovere di impedire alla cute che si disidrati, che si maceri. Si tratta di disturbi che potrebbero verificarsi visto il continuo contatto con il liquido amniotico, un nutrimento fondamentale, grazie alle preziose sostanze di cui è composto, fra cui gli zuccheri, importantissimi per la sua crescita, assorbiti già perfettamente dalle cellule della parete intestinale.
Ed è proprio intorno alla ventitreesima settimana che i polmoni del feto si preparano per la respirazione che avverrà dopo la nascita e il pancreas inizia a produrre un ormone importantissimo per l’assorbimento dei glucidi, l’insulina.
L’ecografia alla 23° esima settimana
Nella gravidanza gemellare
In una gravidanza gemellare, ovviamente, raddoppiano sia le gioie che, inevitabilmente, anche le preoccupazioni le quali, con l’andar del tempo, avvicinandosi sempre più il momento del parto, tanto atteso, possono essere abbandonate, per lasciar posto ad una serena tranquillità per i futuri genitori. In un percorso gemellare, comunque, per la mamma, sarebbe meglio, in ogni caso, essere seguita con maggiore frequenza, nel suo iter gestazionale, da un’ostetrica o dal ginecologo di fiducia, figure molto preziose sia per infondere sicurezza sia per adattare, settimana dopo settimana, alimentazione e stile di vita.
Sappiamo ormai che i due piccoli (sempre che non siano anche di più!), in proporzione, aumentano e crescono in misura minore rispetto al feto singolo, dovendo dividersi il nutrimento. Peraltro, anche la posizione dei feti potrebbe continuamente cambiare, ma di questo non si deve temere, poiché c’è tutto il tempo per arrivare al parto nelle migliori condizioni. I gemelli, fra loro, sono sempre in contatto, già a saldare quello speciale rapporto che si manterrà per tutta la loro vita: si spingono l’uno con l’altro e la membrana che li separa è sempre molto elastica, così come flessibili sono le giunture. Le gambine sono quasi sempre piegate fino al torace, toccate quasi dal mento, nella più classica delle posizioni fetali e, miracolo di dolcezza, durante l’ecografia potrebbe essere possibile scorgere che le manine di entrambi si tocchino, per suggellare un’unione fraterna indissolubile.
I compiti del papà
Come in moltissime altre situazioni della vita di coppia, donne e uomini hanno visioni che non sempre collimano totalmente, specie per quanto riguarda fantasie ed emozioni. E’ normale dunque che, spesso, il figlio immaginato dalla gestante non coincida del tutto con quello di papà, i cui pensieri sono già concentrati, ancor prima che nasca, sui periodi avanzati. Infatti, se la mamma pensa e si emoziona immaginando il parto, la cura, l’accudimento del suo piccolo, il compagno si concentra maggiormente sull’interazione con lui, tanto che i sogni maschili sono volti ad un bimbo già di 3 o 4 anni con cui giocare, scherzare e relazionarsi comprendendosi.
Ovviamente, poi, essendo per tutti questi mesi escluso dal legame fisico con il bebè, il papà ha bisogno di un tempo più prolungato per sentirsi coinvolto, ed in questo gli può essere d’aiuto il contatto “a pelle” con la pancia della sua compagna, tramite carezze, massaggi, abbracci e, perché no, anche labbra appoggiate che sussurrino il nome del bambino o altre parole dolci, rassicuranti e già familiari.
Il forte carico emotivo della responsabilità, nei confronti del futuro nascituro, ma anche verso la sua compagna e la famiglia che si sta rinforzando nel suo importante nucleo, caricano il papà di molte emozioni, da vivere sempre insieme e mai sentendosi escluso dallo speciale rapporto che si sta creando fra mamma e figlio.