Alla ventesima settimana, la mamma è alla metà del suo percorso gestazionale, e precisamente nel quinto mese che, come preferiscono definire i medici, inizia a 17 settimane + 5 giorni e termina a 21 settimane + 6 giorni. I movimenti del bebè sono sempre più insistenti e la gioia dei futuri genitori è già alle stelle!
Cosa cambia nella mamma?
Può capitare di ritrovarsi spesso di sentirsi prudere parti specifiche del corpo, come schiena o addome. Di che cosa si tratta? È una fase in cui la pelle tende a seccare, tanto che si debba grattare continuamente per avere un po’ di sollievo. Per ovviare al fastidioso inconveniente si può bere di più, ovviamente acqua, meglio se naturale e a temperatura ambiente, in una misura ideale di 2 litri al giorno. Se questo non dovesse bastare, si può ricorrere ad una buona crema idratante, o ad impacchi di bicarbonato di sodio, con cui bagnare un telo in fibra naturale da applicare sulla parte. In ultima analisi, potrebbero essere prescritte degli esami del sangue per controllare che il fegato funzioni correttamente e i valori di transaminasi e bilirubina siano nella norma.
La pancia continua ad aumentare (potrebbero già essere 5 o 6 i kg in più dall’inizio della gravidanza), e anche questo contribuisce al disturbo della tachicardia, abbastanza frequente da questa settimana, che aumenta gli impulsi cardiaci della mamma, il cui cuore è maggiormente stimolato per la richiesta di sangue necessaria per nutrire il piccolo. I battiti, in tempi normali intorno ai 70 al minuto, potrebbero diventare anche 90: tutto è abbastanza nella norma, ma è sempre meglio riferirlo al ginecologo che potrà anche escludere eventuali disfunzioni tiroidee, che possono manifestarsi soprattutto alla prima gravidanza.
Dal punto di vista estetico, infine, può capitare una situazione particolare, legata esclusivamente alla gestazione, e cioè che l’ombelico si estrofletta, spinto dall’utero ingrossato.
Dolori pancia e basso ventre
L’innegabile aumento di peso che porta ad assumere posizioni innaturali, e non solo, può essere una delle cause di alcuni fastidiosi dolori e disturbi per la futura mamma che, a metà strada del suo percorso gestionale, può accusare dolori alla pancia e al basso ventre, ma anche alle ossa, alla schiena e alle articolazioni. Focalizzandoci su quelli che, in un certo senso, preoccupano di più, cioè i crampi o gli spasmi alla pancia e al ventre, possiamo individuare altre cause, in queste settimane, come, per esempio, la stitichezza, causata dalla necessità di un maggiore fabbisogno idrico, e dagli ormoni, la cui attività intensa rallenta la digestione.
Ed è ancora colpa degli ormoni, in particolare progesterone e l’alto numero di estrogeni, se la futura mamma deve subire frequenti dilatazioni dell’utero e gonfiori all’addome, altre cause del conseguente mal di pancia, senza dubbio fonte di una certa dose di paura, oltre che di malessere. Non sono da meno l’alimentazione scorretta o troppo veloce, così come gli stati d’ansia che, certo, non favoriscono il rilassamento né psicologico né fisico.
Durante questo quinto mese, la futura mamma può avvertire dolori al basso ventre anche a causa del legamento rotondo, disturbo che si manifesta quando l’utero inizia a dilatarsi, provocando crampi all’addome, per esempio, quando cambia di posizione velocemente, magari alzandosi dal letto o da una sedia, o dopo aver camminato a lungo. E’ sempre consigliabile rivolgersi al medico per rappresentargli i problemi e stare più tranquille.
Come cresce il bambino?
Il piccolo cervello del feto è già quasi del tutto formato e simile a quello di un adulto: in queste settimane, piuttosto delicate per il suo completamento, i neuroni si sviluppano in maniera molto repentina, addirittura a centinaia ogni secondo e, non appena si formano, in maniera ordinata ed armonica, si aggregano, dando origine, appunto, alla materia grigia. Crescono ciglia e sopracciglia, gli organi sessuali si delineano in maniera chiara e sta per terminare lo sviluppo del sistema immunitario, dei polmoni e del sistema immunitario.
Intorno alla ventesima settimana, possiamo ritenere completi anche l’apparato uditivo e la colonna vertebrale, organi con i quali, praticamente, viene ultimato il lavoro di “creazione” del bambino, che è cresciuto ancora in questi ultimi giorni, arrivando a pesare circa 250 gr, per una lunghezza fra i 15 e i 16 cm.
Nella gravidanza gemellare
E se poi le culle saranno due… raggiunte le 20 settimane, i gemelli peseranno circa 450 grammi, continuando a crescere, raddoppiando i movimenti e le preoccupazioni ma, senza dubbio, anche la gioia e la voglia di conoscerli! Hanno sviluppato del grasso sotto la pelle ed anche loro, come nella gravidanza singola, cominciano proprio in questo periodo a ricoprirsi di una leggera peluria, unitamente ad una sostanza quasi cremosa, chiamata “vernice caseosa”, che li protegge dal liquido amniotico.
I due feti sono sempre vicini fra loro, spingendosi l’un l’altro, muovendosi continuamente, con la membrana che li separa molto elastica, quasi come in un gioco anche se, in realtà, è per conquistare maggiore spazio nel pancione. Le loro giunture sono flessibili e i piccoli gomiti sempre stretti sui fianchi, con le gambine spesso piegate fino al petto. Non è sempre facile distinguere i movimenti dell’uno e dell’altro, poiché potrebbero entrambi prediligere una sola parte della pancia della mamma. Ma ci sono…e stanno arrivando.
Esame morfologico
Proprio intorno alla ventesima settimana, e sino alla ventitreesima, è il momento della seconda ecografia, senza dubbio l’esame più importante del periodo: stiamo parlando della cosiddetta “morfologica”, che consente di osservare nel dettaglio gli organi del feto, in grado di diagnosticare eventuali malformazioni oltre a poter scoprire, sempre che i futuri genitori lo vogliano sapere, il sesso del bebè. Viene chiamata così proprio perché è destinata a studiare la morfologia del feto per escludere, o accertare, la presenza di difetti genetici.
Il periodo per eseguire questo esame è tassativamente ristretto, poiché il feto, intorno alla ventesima/ventitreesima settimana, risulta essere nelle migliori condizioni per essere osservato, in quanto il rapporto fra le sue dimensioni e la quantità di liquido amniotico è ottimale. Inoltre, le Legge italiana, dopo questo limite, non consentirebbe un’eventuale interruzione della gravidanza anche se il piccolo fosse affetto da gravi malformazioni.
I compiti del papà
Il futuro papà, senza dubbio già vicino alla compagna anche nelle settimane precedenti, è chiamato forse, in questo periodo, alla prova più importante: tranquillizzare, calmare, rassicurare. Tante, infatti, sono le preoccupazioni della futura mamma a metà percorso, a cominciare dal timore di “non sentire” sufficientemente i movimenti del suo bambino, oppure dalla paura che non sia perfettamente sano, o dal timore di non riconoscere in tempo il momento di partorire, o ancora…Insomma, tali e tante situazioni, a cui è chiamato il papà a rassicurare, con pazienza e amore, una situazione di ansia in parte giustificata, ma accompagnata anche, e soprattutto, dall’esplosione di gioia che il cuore di entrambi stenta a trattenere.