Parole che si inseguono e si ripetono come ritornelli delle canzoni, vite che scorrono parallele e che hanno tanti punti in comune, anime che si toccano e corpi che non si incontrano mai. Paure, desideri, passioni, sogni e incubi.
E intanto la natura fa il resto.
Silenzi messaggeri è un libro scritto con sapiente maestria da una giovane e talentuosa autrice, Stefania Meneghella, che ha saputo rendere le pagine trasudanti: il libro a tratti pare soffocare, a tratti sprigiona dolore, a tratti fa male, opprime.
Ma sa anche infondere una speranza che forse abbiamo dimenticato troppo facilmente: la bellezza dell’anima, la sua straordinaria capacità di raggiungere luoghi, persone, stati, paradisi, la bellezza del silenzio, la sua importanza. La storia dei due protagonisti Jamie e Schlomo, è una storia triste, tristissima.
Ma è anche una storia bella, bellissima e Stefania Meneghella ha saputo raccontarla in una maniera particolare, coinvolgente. La loro storia (in realtà sarebbe corretto dire le loro storie) è portatrice di speranza e di un messaggio talmente bello e capace di stravolgere quella che alla fine è la realtà: le nostre anime compiono percorsi indipendenti dai nostri corpi, mentre la natura fa il resto. Ed è bello pensare che nel mondo da qualche parte c’è un’anima che ci tende la mano, che nel mondo ci sono angeli senza ali ma magari con un camice bianco o con un violino in mano che ti salvano la vita, che ti indicano la tua strada.
L’autrice, alla fine del libro, ringrazia i lettori per i silenzi che le sono giunti. Io mi sento invece di ringraziare te Stefania, perché ci hai ricordato, raccontandoci la storia di Jamie e Schlomo (e raccontandoci la tua anima) la bellezza del silenzio, la sua importanza, il suo potere, la sua forza. La forza di cambiare le cose, di trasformare il dolore in speranza, il potere di rendere il mondo migliore.
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