Studi e ricerche sulla moda più seguita del nuovo millennio
Mentre negli anni passati il pericolo dei tatuaggi era solamente riferito alle infezioni che potevano essere trasmesse con strumenti di lavoro non sterilizzati o attraverso l’inchiostro contaminato con batteri recidivi come lo stafilococco, oggi pare che l’allarme sia ancora più eclatante. La FDA, associazione che lotta per la tutela della salute pubblica, ha pubblicamente condannato il mondo fantasioso e creativo dei tatoo poiché all’interno di moltissimi negozi di tatuaggi si fa uso di inchiostri che contengono metalli (tra cui piombo, cromio, nichel, titanio e cadmio), idrocarburi e ftalati, sostanze pericolose per la salute e in particolar modo per la loro assimilazione a livello cutaneo.
Allarme nei: attenzione ai melanomi
Negli inchiostri neri è presente il Benzopirene, una sostanza altamente cancerogena che favorisce lo sviluppo dei tumori alla pelle. Inoltre, i metalli contenuti nell’inchiostro possono causare allergie, irritazioni e infiammazioni soprattutto in soggetti particolarmente predisposti. Ancor peggiore è la situazione quando si effettua un tatuaggio su un neo, zona particolarmente delicata della pelle poiché ogni neo presente sul nostro corpo rappresenta un insieme di melanociti che può trasformarsi in un melanoma.
7.000 persone ogni anno in Italia con un tumore alla pelle
Negli ultimi dieci anni il numero di persone tatuate è cresciuto notevolmente e, con esso, anche il rischio di tumori alla pelle che colpiscono in Italia 7.000 soggetti ogni anno. Occorre dunque fare molta attenzione alle sostanze che iniettiamo sulla nostra pelle perché le ricerche mediche sugli inchiostri per tatuaggi non sono complete e il modo in cui tali sostanze possano interagire a contatto con la pelle risulta ancora oggi sconosciuto. A dover stare ancor più attenti sono tutti i soggetti che soffrono di psoriasi, eczemi o che hanno la pelle ricoperta da lentiggini o da nei poiché i tatuaggi possono causare una recrudescenza delle patologie croniche epidermiche.
Non sempre, dunque, il gioco vale la candela soprattutto quando a farne le spese è la nostra salute.